Rosanna Perugini

Rosanna Perugini, nata nel 1948. Intervista di Ginevra Sinatti. Aprile 2023.

Sono Rosanna Perugini, sono nata il 30 settembre 1948 da una famiglia di contadini. Sono nata e ho vissuto al Poggiarone, un podere nelle campagne del comune di Asciano in provincia di Siena, dove viveva la mia famiglia e un’altra.

Sei nata dopo la fine della Seconda Guerra Mondale, ti ricordi qualcosa di questo periodo subito successivo?
Ero molto piccola e non ricordo nulla di questi tempi, so solo che quando sono nata mio padre non era presente a causa della leva militare ancora obbligatoria e infatti mi ha vista solo cinque mesi dopo che sono nata… anche al mio battesimo non era presente tanto che al suo posto c’era mio nonno.

Deve essere stata dura, ma a proposito di tuo padre, parlaci un po’ della tua famiglia, della casa e di come vivevate.
La mia famiglia era composta da 14 persone tra nonni, zii, cugini e fratelli e stavamo tutti in questo podere. Vivevamo della fattoria e delle terre che avevamo lì vicino alla casa. Avevamo maiali, polli, conigli, bovi, vacche e vitellini e anatre che venivano fatti crescere per poi essere mangiati oppure venduti insieme all’olio, al vino e al grano che producevamo.

Chi si occupava della casa, delle terre e degli animali?
Agli animali ci ha sempre pensato mia nonna, della cura della casa se ne occupavano le donne mentre gli uomini erano impegnati nelle terre che venivano arate con il coltro trainato dai vitelli.

La tua giornata invece come era strutturata? Cosa facevi?
La mattina mi svegliavo molto presto, circa alle 4.00, per portare al pascolo i maiali aiutata da un cane lupo di nome Furia. Stavo lì per qualche ora e alle 8.00 tornavo a casa per prepararmi per scuola che iniziava alle 9:30. Quando finiva, alle 15:30, tornavo a casa e facevo i compiti per poi aiutare nella pulizia di casa o a rimettere nella fattoria gli animali appena tornati dal pascolo.

La scuola iniziava più tardi rispetto ad ora, parlami di come si svolgeva una giornata nella tua scuola.
La mia era una scuola piccola, ci andavamo solo noi abitanti della campagna, ed era situata in una località chiamata La Pievina, sempre nel comune di Asciano, e ci andavo a piedi essendo vicina a casa mia. Le lezioni iniziavano, appunto, alle 9:30 e finivano alle 15:30. Verso le 10:30/11 facevamo la ricreazione e mi ricordo che mia nonna mi dava sempre i soldi per comprare la cioccolata da mangiare con una fetta di pane enorme che faceva lei.

Ma essendo che le lezioni finivano così tardi facevate pranzo lì
Sì, pranzo lo facevamo alle 12:30 nella mensa ed il cibo veniva preparato da una signora nella cucina della scuola. Mi ricordo che prima di pranzo avevamo un’ora dove andavamo a giocare nel giardino fuori e noi bambini giocavamo sempre con la corda o con le piante di vischio… il nostro gioco preferito era quello di passarci il vischio a vicenda e chi rimaneva con la pianta in mano perdeva: era come il gioco che fanno ora i bambini, “Ce l’hai”, solo con il vischio.

Quali erano le materie che facevate?
Le materie erano quelle classiche, di base: italiano, matematica, storia, geografia, scienze e arte.

A storia vi facevano lezioni sulle Guerre Mondiali nonostante voi foste piccoli ed erano pochi anni che erano finite, soprattutto la Seconda?

Ci parlavano solo della Prima Guerra Mondiale, non della seconda visto che era finita da poco.

Comprensibile, essendo finita da pochi anni è possibile che ancora non tutti i dati erano certi come quelli che insegnano a noi ora… a proposito di “noi”: adesso per valutarci usano verifiche ed interrogazioni, voi come venivate valutati?
Non si facevano verifiche scritte ma più interrogazioni anche se non erano come quelle di adesso.

In che senso?
Sì, prima ci chiamavano alla lavagna per fare giusto qualche esercizio, ciò accadeva soprattutto per matematica, oppure facevano domande rivolte a tutta la classe. L’unica verifica scritta che facevamo era il tema di italiano e non si faceva nemmeno a scuola ma veniva fatto a casa.

Sì, effettivamente è diverso da ora… hai anche fatto l’esame di quinta elementare giusto? Cosa che noi non facciamo più.
Ho fatto sia l’esame di quinta elementare sia quello di terza che serviva per accedere alle classi successive”

Oh non pensavo che si facesse anche in terza un esame… come funzionava?
Non era un vero e proprio esame come quelli che fanno ora, ti facevano delle domande o ti facevano fare esercizi alla lavagna solo che non era fatto dal tuo maestro ma dal preside.

Maestro? Perché ce n’era uno solo per tutte le materie?
Sì, il maestro era uno solo e anzi, noi avevamo un maestro per tutte le classi.

Come per tutte le classi, come faceva a gestirle tutte allo stesso tempo?
Essendo una scuola di campagna eravamo pochi e divisi per anno, non c’erano le sezioni come ora. Eravamo tutti insieme in silenzio e il maestro spiegava poco per volta a turni e quando non spiegava a noi dovevamo stare in silenzio e o disegnavamo oppure studiavamo altre cose… anche le domande e gli esercizi alla lavagna duravano poco proprio per questo motivo.

È molto diverso da come è ora, per quanto riguarda l’abbigliamento invece? Erano molto rigidi?Avevamo tutti un grembiule nero, sia maschi che femmine senza distinzione, allacciato non davanti ma dietro alla schiena e dovevamo portare un fiocco di raso: rosa per le femmine e celeste per i maschi. Inoltre le femmine portavano sempre i vestitini mentre i maschi i pantaloni.

Oggi c’è molta più libertà nel vestire… C’è qualcosa che vorresti aggiungere? Qualche cosa che non è stato detto?
Abbiamo detto tutto… aggiungerei solo che la mattina appena arrivava il maestro e il preside ci si alzava in piedi composti e si faceva una preghiera per ringraziare il Signore.