Rosa Guagliano

Nata in Germania nel 1973. Intervistata da Margherita Pieri. Aprile 2024.

Ciao sono qui per fare un’intervista, facendo domande sulla tua vita in generale e in più riguardo una tua esperienza in particolare.

Ciao Margherita, ti racconterò un po’ in generale della mia vita. Sono nata in Germania da genitori emigrati lì tanti anni fa per motivi di lavoro, poi all’età di due anni, dopo che nacque mio fratello, siamo scesi di nuovo in Sicilia, perché i miei genitori volevano tornare nella loro terra d’origine. Dopo un po' si sono separati e per motivi di lavoro hanno messo me e mio fratello in due collegi separati. Quello non è stato un bel periodo, però l’ho capito solo da grande. Nel collegio c’erano tante regole severe da rispettare, essendoci comunque una trentina di ragazze. Alcuni esempi possono essere del tipo la mattina ci facevano alzare alle sei, nell’arco della giornata l’attività principale era la preghiera.

Quindi era un collegio organizzato da suore?

Sì c’erano le suore. Inoltre c’erano degli orari precisi per il pranzo, per lo studio, per andare a dormire e al collegio ci sono rimasta per dieci anni.

In questi dieci anni cosa ti è rimasto più impresso, quali erano le emozioni principali e se c’è stato qualcosa che ti ha lasciato un segno sia positivo che negativo.

Allora, come ho detto poco fa, la presenza di regole rigide, come per esempio quando noi grandi, ossia bambini di dieci-undici, ci si faceva il bagno, si dovevano lavare pure i più piccini. Comunque ci si aiutava a vicenda. In pratica si faceva tutto noi, dalle pulizie ai lavori di giardinaggio per esempio. Devo dire che non lo ricordo come un bel periodo, anzi da dimenticare. Però mi ha insegnato le regole fondamentali riguardo l’aiuto in casa. Un’altra cosa che devo dire è che grazie allo stare in collegio, rispetto alle altre ragazze della mia età, ero più matura, perché il prendersi cura di per lo più bambine più piccole, fa maturare di più.

Una cosa su cui vorrei soffermarmi, com’è che tu hai capito solo crescendo che in realtà era un periodo brutto, cioè come lo consideravi quando lo stavi vivendo?

L’ho capito solo da grande perché quando io stavo in collegio, per me quella era la mia realtà. Non provavo invidia nei riguardi di persone che erano al di fuori del collegio. Il vivere in collegio e l’avere determinate regole, facevano parte della mia normalità quotidiana. Crescendo, ripensando a quel periodo, capii che in realtà quella che per me era la mia vita normale, era solamente come vivere in una sorta di prigione. Lì per lì però lo vivevo come una normale vita di una bimba.

Poi com’è proseguito il tuo percorso di vita?

All’età di 15 anni io sono uscita dal collegio. Subito dopo io ho conosciuto il mio futuro marito. Io e lui ci siamo poi trasferiti, sempre per motivi di lavoro, qui a Siena. Ho avuto il primo figlio all’età di 19 anni. Nel frattempo mi sono messa a lavorare. Successivamente ho avuto il secondo figlio. Dopo un po' di anni mi sono separata. Ora la mia vita continua come una normale cinquantenne ossia lavoro, casa, figlio e serate in discoteca con le amiche.

Va bene Rosa, grazie mille per aver condiviso alcune tue esperienze riguardo la tua infanzia.

Grazie a te Margherita, è stato un piacere.