Rita Santarsiero
Intervistata da Lucrezia D'Elia.
Allora, iniziamo con una tua breve presentazione.
Mi chiamo Rita Santarsiero, sono la mamma di Lucrezia, ho 56 anni e lavoro in polizia.
Quando sei nata? E dove?
Sono nata a Scalera che è una piccola frazione nel comune di Filiano in Basilicata, provincia di Potenza, l’8 febbraio del 1966.
Che scuole hai frequentato?
Mi sono diplomata al Magistrale, quindi asilo, elementare, medie e scuola superiore.
Cosa ti ha spinto a fare il magistrale?
Mi ha spinto l’idea di avere un diploma. Inizialmente pensavo di fare solo i due anni e poi fare un corso infermieristico e invece poi…mi sono piaciute le materie e quindi ho preso il diploma.
Perché hai detto due anni? Come funzionava prima?
Funzionava in questo modo. Per accedere ad alcuni corsi di specializzazione come il corso infermieristico che volevo fare io, bastava fare due anni di una scuola superiore. In tutto erano, ai miei tempi, solo quattro anni. Ora so che sono cinque.
Com’era il magistrale negli anni Ottanta?
Negli anni Ottanta, innanzitutto il Magistrale…al Magistrale si frequentavano solo quattro anni, poi c’era un anno integrativo per accedere a tutte le facoltà dell’università che io ho fatto però a Milano e a Roma perché poi nel frattempo ho trovato questo lavoro. Ho fatto il concorso, ho vinto il concorso in polizia e... e basta.
Nella tua scuola come oggi nella mia, c’erano forti divisioni tra maschi e femmine?
In realtà ai miei tempi il Magistrale era frequentato esclusivamente dalle ragazze. C’erano proprio pochissimi ragazzi all’interno di tutto l’Istituto. La mia classe addirittura era solo femminile, non c’era nemmeno un ragazzo.
Eri libera di indossare ciò che volevi a scuola?
Eh no. Anche se ai miei tempi non c’era la moda attuale, quindi dei pantaloni strappati, piuttosto che cose particolari, c’era sicuramente il decoro, di andare a scuola vestiti a modo e sicuramente non era possibile mettere le minigonne o i pantaloncini. Per il resto non c’erano problemi.
Che rapporto avevi con gli insegnanti?
Un ottimo rapporto. Erano dei professori molto bravi, alla mano, spiegavano le cose per bene e ci facevano sentire a nostro agio. Non erano quei professori come si può pensare d’altri tempi, magari severi. Erano autorevoli ma non autoritari.
Quali materiali avevi a disposizione per aiutarti nello studio?
Sicuramente non avevamo internet, quindi eventualmente per fare delle ricerche o per fare i lavori di gruppo, era necessario per noi utilizzare le enciclopedie che ognuna di noi aveva già a casa, ma si trovava anche una biblioteca a scuola con dei libri a cui si poteva sempre accedere.
Avevi anche tu l’alternanza scuola-lavoro?
In realtà solamente l’ultimo anno, quindi nel quarto, c’era una sorta di tirocinio dove noi andavamo nelle scuole elementari per alcune ore, non erano tantissime, per vedere appunto come le maestre dell’epoca insegnavano ai bambini, e basta, solamente nella scuola elementare.
Hai fatto delle gite d’istruzione durante il tuo percorso?
Allora sì. La gita d’istruzione era di solito prevista l’ultimo anno del percorso scolastico. Ai miei tempi io l’ho fatta a Siena e a Firenze, dalla Basilicata, sono venuta a vedere gli Uffizi, ma anche piazza del Campo. Mai avrei pensato di venire a vivere proprio a Siena. Fu una gita molto bella e mi colpì tanto questa regione. Per quello che mi ricordo, anche tra le amiche che avevo, non era previsto ai miei tempi andare all’estero, cosa che magari voi adesso potete fare, so che andate in Germania tra poco. Invece ai nostri tempi era molto difficile.
Tornando indietro cambieresti scelta?
Mah no. Mi sono trovata bene in questa scuola, penso che la rifarei.
Conoscendo un po’, visto che la frequento, le Scienze Umane di oggi, noti delle differenze?
Sì. Per esempio nelle scienze umane che frequenti ora tu c’è molta più filosofia, pedagogia e invece ai miei tempi c’era molto più latino e inglese c’era solo per due anni, non per tutti e quattro, mi sembra. Quindi sicuramente le Scienze Umane di questi anni sono molto più formative di quelle ai miei tempi.
Secondo la tua esperienza è un buon indirizzo da frequentare?
Sì. Secondo me è un’ottima scuola perché ti da una base di cultura generale, ti da un approccio anche alla psicologia e alla filosofia che sono fondamentali per capire le cose della vita e... dopo il Liceo delle Scienze Umane uno può avere ben chiaro le cose da fare per un eventuale percorso universitario. Se si vuole invece approcciare al mondo del lavoro si ha una base di cultura generale che ti ha preparato eventualmente per fare i concorsi.