Luigi del Gaudio
Intervistato dalla nipote Melissa del Gaudio.
Mi chiamo Luigi del Gaudio, ho vissuto i primi vent’anni della mia vita in un piccolo centro della provincia di Caserta, ad Alvignano, ho frequentato il liceo classico a Santa Maria Capua Vetere e mi sono iscritto all’università di Napoli alla facoltà di Giurisprudenza.
Dove vivi e dove hai vissuto?
Abito adesso a Siena, dove mi sono trasferito nel 1982, anzi ho trasferito la famiglia nel 1982, per questioni legate al mio lavoro, da allora ho voluto che la famiglia restasse a Siena, città d’arte, ottima università…
Quanti figli eravate?
Ho due sorelle… avevo due sorelle. Una è venuta a mancare nel 2016, l’altra vive a Sant’Agata dei Goti, ed è la causa per la quale io ho sposato mia moglie.
Che lavoro facevano i tuoi genitori, e com’era lo stile di vita?
I miei genitori? Mio padre era mugnaio, si viveva in una famiglia affiatata, una famiglia che ha lasciato un ricordo indelebile, anche perché i miei genitori erano convinti che la famiglia costituisse il nucleo fondamentale sul quale si regge la società, e ci hanno educato a quei principi, e questo accadeva fino al 1960, quando io decisi, sempre per questioni familiari, di tentare un concorso per l’accademia della guardia di Finanza.
Lo stile di vita invece era uno stile di vita stupendo, meraviglioso, anche perché io... è uno stile di vita che io augurerei un po’ a tutti.
Vivevo in questo piccolo centro, vivevamo in armonia, con chi costituiva il... diciamo... l’ambiente quotidiano, e in particolare avevamo costituito un gruppo di ragazzi che si radunavano quasi giornalmente, al termine dei compiti che ognuno di noi era chiamato a svolgere per questioni di studio eccetera, ci riunivamo per discutere, e ricordo anche che l’oggetto principale dei nostri colloqui era in che modo bisognasse approcciare il lavoro, ecco per noi questo era… questo fino a diciannove anni, diciannove/venti anni, dai quattordici ai diciotto/diciannove anni ci riunivamo e si discuteva di queste cose, e prendevamo in considerazione l’esperienze di chi era più grande di noi, quello che avevano fatto quelli più grandi, se erano riusciti a lavoro, come avevano fatto per riuscire nel lavoro, ecco questo era.
E la scuola? Ci andavi tutti i giorni? Ti piaceva?
Io si,ho fatto le scuole medie a Caiazzo, ed andavo ogni mattina col pullman a Caiazzo, quindi i primi tre anni, prima, seconda e terza media a Caiazzo, dopo mi sono iscritto a Santa Maria Capua Vetere dove ho frequentato la quarta ginnasiale e la quinta ginnasiale, e poi il primo, secondo e terzo liceo classico. Ho preso la maturità nel 1959, anno scolastico '58-'59, e poi mi sono iscritto all’università.
Nel 1960 mio padre è venuto a mancare all’improvviso, ed io ho tentato il concorso nella Guardia di Finanza, anche se non mi piaceva la vita militare, ma ho considerato che era giunto il momento di allentare il peso che io potevo costituire nell’ambito della famiglia essendo venuto a mancare mio padre.
Com’era la tua vita sentimentale?
Beh sì,quando ero ragazzo ovviamente c’erano le piccole liaisons eh, diciamo amorose, tra virgolette, quelle che tutti i ragazzi di tredici anni,quattordici anni,quindici anni hanno avuto, e dopo sono andato in accademia, ed in accademia si pensava a studiare, la vita era molto dura, ed anche gli studi erano molto duri.
Sono stato quattro anni, si esce con una laurea dall’accademia della Guardia di Finanza, quindi bisognava studiare,studiare e studiare.
Quando hai conosciuto nonna? E come?
Ho conosciuto tua nonna sul mulino, perché tua nonna è figlia di mugnaio pure lei, e a me stava benissimo, perché una famiglia si costituisce così, uno deve sapere i valori che ha l’altra parte, e a me stava bene, anche perché mia sorella era fidanzata con il cugino di mia moglie, e ho conosciuto mia moglie tramite il cugino, che è l’attuale cognato, zio Franco sarebbe, sì.
Però fui molto esplicito quando chiesi all’attuale mia moglie se voleva condividere la sua vita con la mia, e dissi che la vita sarebbe stata molto dura,considerato il lavoro che facevo, ero allora tenente, quasi capitano della Guardia di Finanza, quindi lei sapeva che andava incontro ad una vita movimentata, diciamo.
Quando vi siete sposati?
Ci siamo sposati nel 1970, ed è stata una cerimonia semplice ma toccante, anche perché mi sono visto una pattuglia, una mia pattuglia che da Roma si è presentata a Caserta, dove abbiamo fatto un ricevimento al Jolly Hotel a Caserta, ed è arrivata una pattuglia della Guardia di Finanza, della Polizia Tributaria di Roma, miei dipendenti, che erano venuti, sì…
Perché e poi quando ti sei trasferito?
Il primo trasferimento dopo l’accademia è stato a Tarvisio, al confine con l’Austria e con la Jugoslavia, ed è stata un’esperienza formativa molto interessante, anche perché una parte del lavoro riguardava l’Austria in particolar modo, nel senso che ero costretto ad andare settimanalmente in Austria per controllare se i finanzieri si comportavano bene.
Poi dopo un anno che stavo a Tarvisio mi hanno trasferito a Roma, a Roma alla regione allievi della Guardia di Finanza, dove ho fatto l’ufficiale istruttore per un anno, e dopo mi hanno di nuovo trasferito sempre a Roma in un altro reparto, e facevo servizio presso il Ministero del Tesoro, ho fatto servizio tre anni al Ministero del Tesoro, e avevo la vigilanza sul Ministero del Tesoro, sul Ministero delle Partecipazioni Statali, sul Ministero della Programmazione Economica, sulla Zecca e sul Poligrafico dello Stato, dove si fabbricano i soldi.
E quindi avevo questa… che era un’attività molto… un’attività che richiedeva molta attenzione.
Poi dal Ministero del Tesoro mi hanno trasferito al nucleo centrale della Polizia Tributaria, che era un po’ l’università della Guardia di Finanza, e mi hanno dato l’incarico… ho diretto l’anti contrabbando, ed ho avuto dei successi straordinari, penso che siano rimasti anche nell’albo…
Ho sequestro armi, in particolar modo interessanti tra virgolette, perché rientravano in un’attività di indagine che stava conducendo la Polizia di Stato, e che riguardava il golpe Borghese, un tentativo di un colpo di Stato allora.
Io trovai le armi, ma tante armi, a casa di una famiglia della borghesia romana, e nel corso di una perquisizione trovai questo carico enorme di armi, e la procura della Repubblica volle che io mi interessarmi del golpe Borghese.
Dopo la polizia tributaria di Roma sono stato trasferito a Terni, come comandante della compagnia di Terni e del nucleo della polizia tributaria di Terni. Lì sono rimasto cinque anni, e lì sono nati i miei due figli, è nato Giulio ed è nata Susanna, anzi Susanna è nata quando io già stavo a Roma, e ho voluto che nascesse a Terni perché a Terni era stato concepita… mia moglie era incinta quando ci siamo trasferiti a Roma, e quindi Susanna è nata a Terni e l’ha assistita lo stesso professore che aveva fatto nascere il mio primo figlio, tuo padre, Giulio sì.
Dal '77 al 1982 siamo stati dove Maria? Ah eh, dal ‘77 all’82 sono stato trasferito al comando generale della Guardia di Finanza, al Servizio informazione, cinque anni.
E dall’82 all’87 mi hanno trasferito a Siena come comandante del gruppo della Guardia di Finanza di Siena, cioè il comando provinciale della Guardia di Finanza di Siena.
Quindi ho lasciato la famiglia a Siena, anche perché nell’'87 mi hanno richiamato a Roma, poi nel 1989 sono stato trasferito a Bari come comandante della legione di Bari, un anno, e dopo sempre a Bari ho comandato il nucleo regionale della Polizia Tributaria di Bari ed avevo la mia circoscrizione che comprendeva tutta la Puglia, la Basilicata e metà Molise, Campobasso sì.
A Bari fino al ‘92, dopodiché sono passato alla Direzione centrale per il servizio antidroga, fino al 1995, e poi sono stato trasferito in Brasile, presso l’ambasciata d’Italia, come ufficiale addetto alla cooperazione con la Polizia Federale brasiliana.
Avevo la copertura diplomatica, ero un funzionario di ambasciata, ovviamente avevo il grado di colonnello, però io figuravo come un funzionario d’ambasciata, quindi ho fatto quattro anni presso l’ambasciata d’Italia in Brasile, anche lì un’esperienza molto interessante perché mi interessavo di una zona molto delicata.
Il Brasile ha confini con la Colombia, col Cile, il Perù, sono aree dove si produce, da cui parte la cocaina, carichi di cocaina.
Il Brasile è un po’ un’area di… di diciamo… dove avvengono, dove avvenivano le trattative, quindi il mio compito era di seguire il grande traffico di stupefacenti, e questo fino al gennaio del 2000.
A gennaio del 2000 sono tornato in Italia, e dopo tre/quattro mesi sono andato in pensione e mi sono trasferito definitivamente in pensione e mi sono trasferito definitivamente a Siena, a 60 anni.
Com’è stata la vita dopo che ti sei trasferito a Siena?
La vita, è cominciata una vita nuova, completamente diversa, la vita di pensionato, la quale ovviamente, avendo vissuto una vita molto intensa, mi son dovuto abituare, e ho ripreso la mia antica passione.
A me piacevano molto i classici greci e latini, e avrei voluto fare, dedicarmi a quegli studi.
Ma poi le vicende delle famiglia mi hanno dirottato prima sull’università, su giurisprudenza, perché con la laurea in giurisprudenza hai più possibilità di fare concorsi in magistratura e le varie attività eccetera… quindi ho dovuto abbandonare questo mio sogno, perché mi sarei appunto, a me piaceva fare il professore di lettere e filosofia, l’avrei fatto volentieri il professore di lettere e filosofia.
La mia vita sarebbe stata diversa, molto diversa, ma comunque sono stato costretto… e allora io quando sono andato in pensione ho ripreso in mano i vecchi libri, ho ricominciato, mi sono dedicato alle letture che tanto mi piacevano, e ti dirò che ancora porto avanti, vado con calma, con tranquillità e cerco di interessarmi dei classici greci.