Loriana Bernardi
Intervistata dal nipote Tobia Grazzini.
Parlami della tua famiglia.
Sono nata a Rigomagno e purtroppo sono rimasta sola senza babbo quando ero piccolina, a 13 mesi e sono stata cresciuta con dei fratelli più grandi, poco più grandi (ridacchia), che mi hanno fatto da babbi e coi nonni e con mamma
Come era il rapporto con i tuoi fratelli?
Il rapporto coi miei fratelli è stato ottimo, ci siamo collaborati e aiutati l'uno con l'altro, e il rapporto è stato bellissimo, come tutt'ora, ora purtroppo due non ce n'è più, ma insomma ci siam sempre voluti bene.
Come era la vita in paese?
La vita in paese, eh all'epoca che so’ nata io tante cose non c'erano però tra noi tutti si collaborava e ci s'aiutava, come si può dire, s'era una grande famiglia, con le altre famiglie eravamo tutti uniti. In paese c'era poco, non c'erano mezzi per spostarsi per andare a giro e per venire a Siena ci toccava prende il treno, però s'era giovani quindi fare la strada per andare alla stazione non ci pesava.
Parlami della scuola.
Eh della scuola so’ sincera, mi so’ trovata, ho fatto solo le elementari eh, non ho fatto altro, però mi so’ trovata bene, perché un po' l'ho fatta su al paese dove so’ nata e un po' l'ho fatta nell'altro paese, a Sinalunga, però fortunatamente ho trovato degli insegnanti veramente, che me li ricordo tutt' ora, molto bravi. La prima l'ho fatta a Rigomagno, poi so’ andata in collegio a Sinalunga. So’ anche stata bocciata perché so’ arrivata troppo tardi in seconda e quindi mi hanno dovuto bocciare.
Parlami del collegio
Nel collegio avevamo le suore che ti facevano da maestra. La mattina facevamo lezione e la sera facevamo il dopo scuola, ci insegnavano a lavorare, a ricamare, e m'avevano regalato una macchinetta che chiamavo l'ago magico che c'ho tutt'ora, e si facevano vari lavoretti a maglia, per i neonati, che addirittura si portavano in un negozio di Siena e poi si faceva il punto croce, s'è fatto vari tappeti, varie tovaglie, varie cose, e in più a turno si collaborava per andare ad aiuta’ in cucina, ci toccava il turno per apparecchiare, preparare la cena, per puli’ le camere di cui si faceva a gara a chi le faceva meglio (ride). Ecco ho un ricordo brutto del collegio, ci avevano trasferito di istituto, e siamo andati in una villa che il proprietario aveva venduto per costruirci una scuola. Quindi dopo i lavori di restrutturazione siamo andati là e la prima sera che eravamo là e stavamo in una grande sala, siamo andati a finì di sotto, cioè proprio sprofondati, perchè è crollato il pavimento. Fortunatamente non cose gravi, andarono a fini’ in ospedale solo due persone, però ecco ferite superficiali.
Che giochi facevate?
In paese i divertimenti ce n'erano pochi, però noi si faceva a nascondino, si giocava a quella 1,2,3, come si dice non mi ricordo, si giocava a questi giochi così. A volte si organizzavano delle festicciole, s'era un po' più grandini e si faceva delle feste nelle case dove si poteva ballare e ci si riuniva tutti insieme, oppure al circolo, e ci si trovava lì in compagnia a gioca’ a carte, a carte un so’ bona eh, e poi quando è arrivata la televisione ci si riuniva al circolo, nelle case allora la televisione non c'era, però ci si ritrovava tutti li e c'era pure una signora che faceva la maestra che ci spiegava la cose e le notizie che non si capiva.
Quando sei venuta a Siena?
Allora io so’ venuta a Siena, un po' già ci venivo eh, perché venivo dagli zii e stavo qualche giorno qua, poi ci so’ iniziata a veni’ perché avevo trovato il primo lavoretto, ovvero anda a guarda’ un bambino e poi tramite una zia che mi ha indirizzato sono entrata a lavora’ in un insituto farmaceutico che al tempo era lo Sclavo, e quando ho trovato lavoro lì mi sono trasferita qua.
Parlami del tuo lavoro.
A lavoro mi so’ trovata bene, con i colleghi sono stata bene, ci s'aveva un bel rapporto. Io mi occupavo dei controlli dei vaccini, dove ero io si controllava quello della poliomelite, poi quando c'era bisogno si andava negli altri laboratori, all'antiinfluenzale, alla rabbia, poi delle volte mi è capitato di dove’ accudì i topi e di infettarli e poi controllarli per sperimentà il vaccino su di loro.
Come hai conosciuto nonno?
Io abitavo alla stazione di Castelnuovo, e nonno abitava di sopra, sicché ci siamo conosciuti e abbiamo fatto amicizia e da li e nato l'amore (ridacchia). Io guardavo sopra e lui sotto (ride), è bellina questa eh, perchè il tu’ nonno aveva una fidanzatina e una sera io ero in casa e sentivo parlare perché sotto c'era nonno e un altro signore che sarebbe stato il cugino della fidanzata, ed io quindi mi affacciai alla finestra e nell'affacciarmi vedevo il tu’ nonno che parlava con loro ma guardava su me (ride), eravamo strulli eh (ride). Poi ci siamo sposati presto, siamo stati fidanzati poco, perché dovendosi trasferire su in alt' Otalia perchè lavorando in ferrovia veniva spesso mandato un po' in giro, allora si decise di sposarsi perché non ci saremmo visti per un po' di tempo, che s'aspettava a fa’. La notizia del trasferimento arrivò a giugno e noi a settembre e s'era già posati, senti.