Lisena Maramai
Nata nel 1949. Intervistata dalla nipote Metilde Machetti. Aprile 2024.
Prima di iniziare con le domande ti puoi presentare?
Sì certo, io sono Lisena Maramai, sono nata nel ‘49 a Castiglione del Bosco. Poi mi sono trasferita a Buonconvento insieme a mio marito Nemo e ai miei figli Lorenzo e Emanuela.
Nonna quando hai iniziato la scuola?
Io ho iniziato la scuola nel 1955. Finita nel 1960 perché ho potuto fare solo le elementari anche se mi piaceva molto andare a scuola.
Te lo ricordi il tuo primo giorno di scuola?
Sì, io andavo a scuola il 1 di ottobre non come ora che si aprano a metà settembre. La mattina partii da casa perché la scuola era circa 1/1,5km, attraversavo due fossati a piedi, io non andavo con il pulmino perché non c’era anche quando c’era la neve e le tempeste (ride). Ma quando c’era la neve spalavano un passaggio al centro della strada per farci passare.
A scuola portavo una cartellina di cartone che m’aveva regalato il fidanzato di mia zia e dentro a questa cartellina, che si portava così come una valigetta (fa un movimento con un braccio come se ce l’avesse in mano per farci capire), c’era un quaderno a righe e uno a quadretti un astuccino di legno che si apriva sopra, dentro c’erano un lapis, una penna e il pennino che allora si usava tuffato nell’inchiostro che era sopra il banco e basta. Poi arrivava il libro di lettura. Questo mi ricordo è che andai a scuola con tanta felicità e contentezza perché mi piaceva.
Eravate tanti bambini? Come erano le classi?
Classe unica e i bambini sì eravamo diversi bambini ma non mi ricordo il numero, ricordo che eravamo più femmine che maschi, i maschi erano soltanto tre mi sembra. Alcuni venivano da più lontano alcuni da più vicino. La maestra da Castellina in Chianti veniva col treno fino a Buonconvento e poi qualcuno con la macchina l’accompagnava fino a Castiglione del bosco. Era una maestra giovane perché i maestri cambiavano tutti gli anni.
Se eravate tanti bambini di diversa età la maestra come faceva a dividere il lavoro?
La maestra si organizzava, dava prima il lavoro da fare ai bambini più grandi e poi lei aiutava quelli piccoli
Come era fatta la scuola?
Innanzitutto prima era una vecchia caserma dei carabinieri, era uno stanzone. C’erano le scale che salivano poi c’era una stanza grande e quella era l’aula. C’era una stufa d’inverno fatta di ferro rotonda con le gambine (con la mano fa il movimento di un cerchio) con lo sportellino e la custode accendeva il fuoco la mattina, sennò c’era freddo. In inverno c’era tanta neve allora (fa un movimento con la mano per indicare un tempo passato).
Ma ce l’avevi la divisa?
Un grembio nero.
E la maestra?
No no, nemmeno lei ce l’aveva.
Erano simpatiche le maestre?
Ehhhh… in secondo c’ho avuto un maestro, quello meno simpatico ma le maestre sì. Una mi ricordo anche il nome si chiamava Adelina. Il maestro invece si chiamava Mario Sacchi lui veniva dai dintorni di Siena.
Mi hai detto che ti piaceva andare a scuola, ma perché ci andavi così volentieri?
Mi piaceva impara’ a legge e a fa’ tutte le cose che c’è da fa’ nella scuola.
Cosa ti insegnavano e quale era la tua materia preferita e quale quella che odiavi?
Odiavo era la matematica, quella preferita era la geografia.
Perché?
Eh perché la matematica era una materia che ci dovevo sta’ troppo a riflette, per me riflettere non va bene io anche ora se mi dai da fare qualcosa con i numeri non lo sopporto. La geografia perché avevo modo di spaziare da tutte le parti di impara’ la curiosità delle nazioni straniere.
C’era la ricreazione?
Sì.
Portavi il panino da casa?
Eh dipende… sai che portavo? Veniva quello della cooperativa di là dal cimitero. Si fermava lì perché più la c’era il fango e non poteva passa’ con l’Ape e io compravo le cioccolatine della Ferrero, c’era le figurine piccine così (con la mano indica una misura di 8/10cm circa) poi portavo il pane una fetta di pane più grossa facevo avanza’ pure un quadratino di cioccolata per mangiarla da sola.
Che orario facevi a scuola?
Entravo alle 9 e uscivo alle 13.
E dopo cosa facevi tutta la giornata?
Eh tornavo a casa e andavo anche a guarda’ i maiali quando ero più grandina o aiutavo a casa.
E i compiti te li davano? E le verifiche come erano?
E certo che mi davano i compiti a casa. Le verifiche invece non le facevamo.
E come facevano a darti la pagella con i voti?
Se facevo un problema, un tema, un dettato mi davano il voto.
E quando hai finito la quinta ti hanno fatto l’esame.
Certo, mi hanno dato anche la pagella con il diploma
E a scuola ce l’avevi una migliore amica?
Sì sì ce l’avevo si chiamava Laura, ma è morta pochi anni fa per una malattia rara.