Khaled Qatash
Intervistato dalla sorella Tamara Qatash.
Allora possiamo iniziare, fammi una piccola presentazione di te.
Mi chiamo Khaled, ho 24 anni, attualmente vivo a Milano e sono originario della Giordania.
Quando sei arrivato a Siena?
Avevo all’incirca 7 anni, era estate e mancavano un paio di mesi all’inizio della scuola.
Se riesci a ricordarlo come hai vissuto questo cambiamento?
Ricordo di essere stato inizialmente sopraffatto dall'emozione di trovarmi in un nuovo paese con una cultura e una lingua diverse da quelle a cui ero abituato, sicuramente ho vissuto questo cambiamento come una grande sfida.
Hai fatto fatica ad ambientarti?
Durante i primi anni di scuola, ho avuto difficoltà ad adattarmi al nuovo ambiente, dove ho dovuto imparare un nuova lingua e familiarizzare con un sistema scolastico tutto nuovo.
Inizialmente ho avuto problemi a comprendere la lingua e a scuola trovavo difficile seguire le lezioni, il che mi rendeva insicuro e frustrato.
Come era il tuo rapporto con i tuoi compagni?
Trovavo complicato rapportami e instaurare relazioni con i miei compagni e tendevo maggiormente a chiudermi in me stesso. Ciò è stato anche causato da alcune vicende successe nelle quali venivo preso di mira dai miei compagni.
Durante le medie però , il mio rapporto con la scuola è migliorato molto, avevo acquisito una buona padronanza della lingua italiana e mi ero abituato al sistema scolastico.
In questo periodo, ho sviluppato una passione per la musica e il pianoforte, il che mi ha permesso di ampliare i miei interessi e di socializzare con altri studenti che condividevano le mie passioni. Tuttavia, ho dovuto affrontare alcune sfide accademiche legate al mio passato di difficoltà nelle elementari.
Con il passare degli anni è cambiato qualcosa?
Nei primi anni delle superiori, ho frequentato una sezione di chimica, che mi ha fornito una solida base di conoscenze scientifiche e, dopodiché ho deciso di cambiare indirizzo e negli ultimi due anni ho optato per un corso di economia.
Questa scelta mi ha permesso di sviluppare competenze nel campo della gestione e dell'imprenditoria, oltre a migliorare ulteriormente il mio rendimento accademico.
Il sistema scolastico è riuscita a farti appassionare allo studio?
Durante gli anni di studio mi sono sempre più appassionato al campo della medicina e della ricerca biomedica. il sistema scolastico è stato in grado di fornirmi gli strumenti e le opportunità per sviluppare una carriera nel settore. Le esperienze e le conoscenze acquisite durante gli anni di studio mi hanno permesso di intraprendere un percorso professionale che mi appassiona
Che percorso hai intrapreso dopo il diploma?
Dopo il diploma, ho conseguito una laurea in Biotecnologie mediche e attualmente sto frequentando un corso di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano.
Il percorso di studio all'università non solo ha rafforzato la mia passione per la ricerca e l'innovazione nel campo medicale, ma mi ha anche introdotto al mondo dell'imprenditoria.
Ho capito l'importanza di unire la conoscenza scientifica con le competenze imprenditoriali per creare soluzioni efficaci e sostenibili nel settore sanitario, dove attualmente sto lavorando su un progetto congiunto con diverse università.
Nonostante tutti i tuoi traguardi, ti sei mai sentito svantaggiato in qualche modo?
Ci sono stati momenti in cui mi sono sentito svantaggiato, sempre un passo indietro, a causa della mia posizione.
Affrontare le barriere linguistiche e culturali è stato difficile e, a volte, mi sentivo in difficoltà rispetto ai miei compagni di classe italiani e, un problema che riscontro tutt’ora è quello di non sentirmi totalmente appartenente a nessuna delle due culture con cui sono cresciuto
Tuttavia, oggi posso dire di avere un buon rapporto con le persone che mi circondano, sia nel contesto accademico che nella vita quotidiana grazie agli insegnanti che ho avuto.
La mia esperienza mi ha insegnato l'importanza dell'empatia, della comprensione e della collaborazione.
C’è stato un episodio particolare che ha alimentato ancor di più il tuo sogno?
Durante il mio terzo anno mi trovavo in un corso di biotecnologie nella diagnostica. In una delle lezioni, il professore ha condiviso con noi una storia personale riguardante la sua esperienza con un paziente affetto dal Coronavirus.
Il professore ci ha raccontato di come grazie alle continue ricerche ed investimenti effettuati in quel periodo nel campo delle biotecnologie e dell'ingegneria biomedica abbiano migliorato significativamente lo stato di salute del paziente.
Questa storia mi ha profondamente colpito, perché mi ha fatto capire l'impatto diretto che il nostro lavoro come ricercatori e professionisti nel campo della medicina può avere sulle vite delle persone.
Ha rafforzato la mia convinzione che lo studio e la ricerca in questi ambiti siano fondamentali per continuare a progredire nella lotta contro le malattie e per migliorare la vita dei pazienti.
La mia passione mi ha spinto a cercare sempre nuove conoscenze e competenze, con l'obiettivo di contribuire al progresso della medicina e al miglioramento della qualità della vita delle persone, e posso personalmente dire che utilizzando gli “strumenti” forniti dal sistema scolastico come punto di partenza sono riuscito a crearmi il mio orizzonte.