Bernardo Barbucci

Bernardo Barbucci, 22 anni. Intervistato da Adele Barbucci. Dicembre 2022. 

Dove vivi?
Ho vissuto a Siena fino a 8 anni fa, adesso vivo a Zurigo, in Svizzera.

Che scuola frequenti?
Ho fatto le scuole superiori e 2 anni di Università nel cantone tedesco di Zurigo, in Svizzera. Ora però sto studiando a Bologna.

Perché ti sei trasferito in Svizzera?
Mi sono trasferito per il lavoro di mia mamma.

L’orario scolastico italiano e quello svizzero sono diversi? Che differenza c’è?
L’ orario scolastico svizzero ricorda una sorta di tempo pieno delle elementari, dove la scuola finisce alle 15:10 ogni giorno dal lunedì al venerdì, mentre a
differenza delle scuole italiane, il sabato è festa.

Il metodo di interrogazioni e verifiche è diverso? Se sì, in cosa cambia?
Quello che cambia è il metodo di giudizio, perché in svizzera consiste in una scala da 1 a 6, dove la sufficienza è 4 ed il massimo è 6. Le verifiche sì dai, in sé sono simili, tendono però ad esserci meno domande a risposta chiusa... mi spiego meglio... principalmente le verifiche si sviluppano su nostre riflessioni, ovviamente partendo da una domanda molto generale, che ci permette quindi di esprimerci al meglio ed esporre quello che abbiamo studiato senza la paura di dire... oddio ho sbagliato, forse non voleva sapere questo e cose del genere. Ovviamente questo viene deciso da professore a professore, ci sta che ci sia il professore che ci faccia fare solo queste verifiche e altri professori molto pignoli che preferiscono la risposta secca, quindi resta sempre un giudizio abbastanza soggettivo.

Che differenze hai notato per quanto riguarda il rapporto professore studente?
Iil rapporto tra professore e studente è principalmente lo stesso, ho sempre avuto professori stronzi quindi [ride] cambia solo il ruolo del preside, il quale ha più responsabilità del preside italiano e che spesso prende parte a eventi scolastici, mostrando cosi ancora di più la presenza di un direttore scolastico.

In cosa dovrebbe cambiare il sistema scolastico Italiano? E quello svizzero?
Il sistema scolastico italiano ha, secondo me, molti problemi dal punto di vista organizzativo, le classi sono spesso sovraffollate e i professori vengono scelti con criteri alquanto mediocri... si può dire? [ride]. Per poter insegnare al meglio, dovrebbe essere posto un limite massimo di studenti in classe che non superi i 12 complessivi... numero che più o meno la scuola svizzera tiene in considerazione, infatti in classe mia eravamo 18* così che ogni professore possa seguire personalmente ogni studente ed aiutarlo a crescere in ogni materia al meglio. Le classi dovrebbero essere divise per “categoria” già dalle medie... con categoria intendo che agli studenti dovrebbero essere proposte delle diverse tipologie di classi, le quali dovrebbero mirare a supportare e sviluppare delle capacita specifiche (materie matematiche, umanistiche, linguistiche e cosi via) degli studenti più nello specifico e in tal modo da poter offrigli una scuola ed un percorso formativo più personale.
Infine, i professori in Italia che spesso ho avuto, erano incompetenti e spesso non capaci di insegnare al meglio una materia, credo che la laurea con tanto di master per poter applicare ed insegnare una specifica materia dovrebbe essere un requisito obbligatorio per almeno le scuole superiori e medie. Nella scuola svizzera ho riscontrato pochi e piccoli problemi in confronto a quella italiana.

Quale dei due metodi educativi ritieni più stressante?
Quello svizzero è certamente un metodo più stressante, motivo per il quale agli studenti venga richiesto di più e in tempi più stretti, ma questo stesso metodo sforna studenti migliori a mio parere, con capacità più sviluppate e spesso in grado di sopportare orari lavorativi e giornate e situazioni stressanti molto meglio rispetto a quelli italiani.

Quale metodo educativo ritieni più efficace?
Sicuramente quello svizzero, come ho detto prima, però sono arrivato alla fine delle superiori che odiavo così tanto quella scuola che ho buttato tutto quello che avevo e ho venduto tutti i libri il giorno stesso del mio esame di maturità [ride].

Come era il tuo andamento scolastico?
Allora [ride] nella maggior parte delle materie non andavo benissimo, non eccellevo ma nemmeno facevo schifo, mentre nelle materie linguistiche, quindi italiano, tedesco, francese e inglese andavo molto bene, prendevo quasi sempre 5, quindi il 9 italiano.

Ricordi qualche episodio che ti è rimasto particolarmente impresso?
L’interrogazione migliore di tutta la mia vita, [ride] di filosofia... parlai per due ore a fila del Critica della ragion pura di Kant senza lasciare che il professore potesse pormi delle domande... feci collegamenti con l’Illuminismo e confronti con la filosofia moderna, meritandomi un bel 6 (un 10 in Italia).

Sei rimasto in contatto con qualcuno?
Ho ovviamente ancora contatti con il gruppo di classe, ma mi vedo e sento quotidianamente con due persone e basta, ovvero i miei migliori amici... Nonostante mentre andavamo a scuola odiavamo i nostri professori, oggi insieme ai miei amici gli facciamo visita molto spesso, anche perché mio fratello frequenta la stessa scuola che facevo io attualmente, e mi dispiace per lui [ride] ma ha gli stessi professori che avevo io.

Qual è la cosa che ti manca di più di quel periodo? 
Eh [ride]... credo che all’università ci si ritrovi in un costante stress pre-esame, il quale comincia subito dal primo mese di lezioni e finisce per quelle 2/3 settimane after esami, ricominciando contemporaneamente con le lezioni del nuovo semestre. Per questo motivo la cosa che mi manca di più della scuola è la serenità e la libertà di finire una giornata alle 15:10 e poter staccare la testa dallo studio fino al giorno dopo... anche se ripensandoci studiavo il pomeriggio quindi alla fine staccavo dallo studio alle 18 e 30 la maggior parte delle volte... ecco un’altra cosa che si dovrebbe cambiare sia nella scuola
svizzera che in quella italiana [ride] si dovrebbero ritagliare almeno due ore durante l’orario scolastico per studiare e per prepararci ai compiti, almeno una volta tornati a casa avremmo il tempo di fare quello che ci pare [ride].