Antonella Merola
Intervistata dalla figlia Emma Malfetti. Aprile 2023.
Allora cominciamo! Che scuola hai fatto?
Allora, ho fatto la terza media; poi mi sono messa... dopo aver fatto la terza media da ragazzina, ho deciso all’età di quarant’anni di prendere il diploma al corso serale perché mi serviva per migliorarmi personalmente, per cercare un lavoro migliore e allora ho deciso di intraprendere questo nuovo cammino.
E perché l’hai scelto?
Eh, l’ho scelto per bisogno, per bisogno perché nella vita purtroppo c’è bisogno di migliorarsi, non si può rimanere sempre fermi a come si è, ecco.
E che scuola hai fatto nello specifico?
Allora, ho deciso di fare, di intraprendere, la scuola serale al "Caselli" [Istituto Professionale di Siena]. Io ho preso i primi tre anni di socio sanitario, poi da lì ho cambiato e sono andata al Marconi [altro Istituto Professionale di Siena] ed ho finito con gli ultimi due anni al Marconi e mi sono diplomata come manutentore e assistenza tecnica.
Lavoravi mentre studiavi?
Si, lavoravo mentre studiavo, guardavo voi, pensavo alla famiglia ed ero occupata in tutto, però è grazie anche alla famiglia che mi è arrivato lo stimolo di andare avanti, di non arrendermi anche nei momenti difficili e sono contenta, è stata una bellissima soddisfazione e sono felice di aver intrapreso questo cammino.
Come si era strutturata la tua giornata?
Allora, la mia giornata era strutturata: la mattina andavo a lavoro... lavoravo dalle nove la mattina fino la sera alle quattro, poi uscivo dal lavoro ed andavo a scuola dalle cinque fino alle nove la sera. Poi tornavo a casa, facevo da mangia’; insomma, un po' aveva fatto il babbo, un po' finivo io fino la sera alle undici e mezzo/mezzanotte e poi dovevo studiare, prendevo se c’avevo da fa degli esercizi che mi lasciavano e così è andata avanti.
E come ti sentivi?
Eh, mi sentivo a volte più stanca, a volte più carica, però ho cercato sempre di fare del mio meglio, ecco.
Ti capitava mai di sentirti stressata?
Si, stressata si perché a porta’ tutto avanti non è facile; un conto è quando siete ragazzi che siete con la mamma e voi tornate a casa, dovete solo studiare ed il vostro cammino è solo lo studio, ecco; mentre per me è stato più difficile.
E cosa è stato più difficile?
Eh, più difficile è stato non studiare con tranquillità, perché io quando tornavo la sera alle nove ero già stanca della giornata e poi c’avevo da finire le cose a casa: c’avevo da stira’, c’avevo da lava’, non c’avevo nessuno che m’aiutava e poi dopo aver fatto faccende e tutto, che invece di andare a letto a riposarmi e ricaricarmi, mi toccava prende e apri’ il libro e studia’ quello che mi avevano detto di studiare, che sennò rimanevo in dietro, e allora è stato stressante ed è stato un cammino più difficile. Però con la buona volontà si cerca di fa’ del nostro meglio e si va avanti.
La cosa che ti ha reso più difficile l’esperienza?
Eh lo studio, perché rimettersi a studiare è stato per me una bella lotta e una bella vincita, sì, dopo tanti anni, dopo venticinque anni, ventisette anni, riapri’ un libro per me è stato una bella rivincita; pensando che non ce la facevo e invece ce l’ho fatta.
Ma perché credevi di non farcela?
Oh Emma, perché vedrai, rimettersi a studiare dopo tutto ‘sto tempo è un po' come rimettersi in gioco un’altra volta e un po' uno si scoraggia e ha paura che non ce la fa, poi ti prendono tutte queste emozioni come quelle di Gemma [si riferisce a Gemma Galgani, una delle corteggiatrici del programma Uomini e Donne] [ride].
C’è una materia che magari ti è piaciuta di più?
Allora, la materia che mi è piaciuta tantissimo è letteratura, mi è piaciuta da morire... poi storia, e poi m’è piaciuto anche fare pissicologia... [mia mamma ha origini meridionali e non riesce a pronunciare alcuni suoni come, in questo caso “psi”] [ridere, probabilmente a causa di un mio sorriso], poi m’è piaciuto anche fare elettronica, mi faceva piacere anche andare, quando ci portavano, quand’ero al Marconi, nell’officina; si lavorava al tornio, mi ha fatto piacere imparare a saldare, fare esperienze nuove, anche se ho lavorato trent’anni, però erano cose che non avevo mai fatto e m’ha fatto piacere * sorride * anche tornare in queste officine di meccanici m’ha fatto piacere.
E invece che t’è garbato meno?
M’è garbata meno? Inglese.
Ecco, lo sapevo!
Eh, inglese perché non mi riusciva entrarci dentro a questo mondo, purtroppo non ce la fo.
Eh, è il tallone d'Achille!
Sì sì!
Ecco, ultima cosa, c’è qualcosa che ti ha fatto paura? Magari qualcosa che ti ha fatto titubare prima di buttarti in questo percorso? Che magari non eri sicura di farlo perché avevi paura di qualcosa.
Invece no, io non ho avuto paura perché so' stata proprio io che l’ho voluto fa e non c’ho avuto un attimo di dì “eh”, quando so' partita non ho detto “eh, se poi non ce la fo”, io mi so' buttata con la voglia di farlo. Nel cammino di fa' questa cosa allora poi te ti paragoni, ti confronti con gli altri compagni di scuola e allora vedi che quello è più avanti, che quello è più bravo e allora poi te dici “mah, ce la farò allora io?” e allora ti vengono qui le paure di dì, "Madonna, fai conto, ma questi ragazzi so’ tutti un po' bravi, sanno distrigassi le cose, sanno come studia’, so più preparati" e io mi vedevo a volte più in difficoltà che non riuscivo a esse come loro, però, ecco, lì ho avuto paura: quella è stata una paura che mi diceva “forse non ce la fai”; però grazie a voi, a te, al babbo e Franci che m’avete aiutato, che m’avete sempre dato lo stimolo ed il coraggio, poi io col carattere mio, ringraziando a Dio, io c’ho un carattere forte e non mi so’ scoraggiata, però ci so’ stati momenti, quando te ti confronti con le altre persone; a me m’ha fatto, quello sì. Però è un’esperienza che augurerei a tutti di farla, questo sì, non me ne sono pentita, so' stata felicissima di averla fatta.
Allora t’è piaciuto studiare?
Sì, m’è piaciuto tanto studiare, me ne pento di non averlo fatto da ragazza... me ne so' pentita di non averlo fatto da ragazza, tornassi indietro lo facevo da ragazza, però anche farlo a questa età è bello perché forse lo fai con un altro piede e con un’altra consapevolezza.
Quindi insomma sei soddisfatta!
Sì, lo consiglierei a tutti di farlo, a chi ha paura di provare o chi è, io glielo consiglio e gli darei tutte le forze di dì “ci si fa! E se uno vuole ce la fa!”, ecco, quello sì.
Che sei diventata, una life-coach?
Sì, so' una bravissima scotch [ride] so’ uno scotch d’aiuto!