Anonimo

Intervista raccolta da Guido Della Seta.

Dove sei nato? 

Sono nato a Vagliagli. 

Poi sei andato a scuola a Siena? 

Allora, sono stato fino alla terza elementare a Vagliagli poi sono andato col circo e ho finito le elementari con il circo, questo è tutto quello che ho fatto di scuole. Questo circo, è venuto a Vagliagli e io avevo questa cosa nella testa volevo per forza andare col circo, i miei mi c'hanno rimandato e ci sono stato 4 anni. 

E sei andato a giro con questo circo ? 

Si, a giro, nel senso la Toscana, loro erano emiliani, quindi anche due o tre paesini dell Emilia. Ma i tempi erano diversi perché allora a Vagliagli era un paesino dove c'erano quattro alimentari, due calzolai, due fabbri, due falegnami, un officina per i motorini, il circolo di ricreazione, che ora esiste sempre ma non so che ci fanno, c'era tanta gente che ci viveva era più vuota la campagna, c'era anche tanta campagna (dove sto io) era un podere dove ci stava una famiglia che conoscevo e lì vicino ci abitava la mia nonna. C'era tanta gente e questi circhi piccoli venivano e rimanevano una settimana, si faceva lo spettacolo ed io quando sono andati via sono scappato. Mi sono venuti a riprendere con i carabinieri che conoscevano i miei genitori, a Quercegrossa , io gli ho detto che se non mi ci mandavano non mangiavo e allora mi ci hanno rimandato. 

E così è stato per 4 anni? 

E sono rimasto per 4 anni lì, si. 

Ci sono eventi particolari che ti ricordi del circo? 

Forse ora non mi ricordo perché 4 anni sono tanti, ho vissuto dentro queste carovane che oggi si chiamano roulotte. Niente lavoravo al trapezio, facevo gli anelli facevo questa palla di legno e una volta mentre salivo forse perché ero troppo debole sono scivolato con il piede e mi sono buttato di sotto e la palla ha spaccato un giradischi gigantesco con delle grosse valvole. Sono stato bene perché ho imparato un sacco di cose dagli 8 anni fino a 12 anni e credo che fra tutte le cose che ho fatto è stata una delle più belle, perché allora i tempi erano veramente diversi, c'è stata anche un'apertura mentale grossa perché ogni settimana ci si spostava da un paese all'altro, vedere gente nuova, vedere paesi nuovi, insomma ho avuto una spinta grossa da questa esperienza, e poi a 12 anni ho sentito la nostalgia di casa e sono ritornato a casa e poi sono andato a lavorare.

Dove sei andato a lavorare? 

Ho lavorato in una mesticheria che era nel centro di Siena proprio nel corso, ci ho lavorato 7 anni e ho fatto il commesso per 7 anni prima no perché non potevo essere assicurato e mi facevano fare le commissioni quelle più banali eccetera, come ragazzino di bottega, dopo lasciato questo sono stato 7 anni lì e dopo per 8 mesi sono andato a vendere delle lavatrici a giro per Lazio, Toscana e l'Umbria e si vendeva queste lavatrici, mi so' divertito anche lì perché 7-8 mesi che ci sono stato è stato interessante perché si guadagnava abbastanza però si rispendeva tutto per alberghi e ristoranti perché bisognava mangiare e dormire. È stato bello. Dopo 5 anni ho lavorato in una fabbrica di confezioni, facevano vestiti da uomo, vestiti da donna, era una grossa fabbrica che era qui a Siena, erano i tempi che la moda veniva fatta nelle fabbriche, poi dopo 5 anni ero al taglio, tagliavo i vestiti, non a mano ma si faceva con una macchina, anche a mano se era un capo solo, e dopo 5 anni ho aperto il negozio, ho aperto il negozio e ho fatto il bottegaio di cenci per 30 anni ci siamo trasferiti a Siena quando io avevo penso sui 18 anni, poi niente ho fatto il bottegaio e ora fo il vecchio pensionato, e sono contento. 

In che anno sei nato? 

1945. 

Quindi hai vissuto il boom economico italiano? Com'era il turismo a Siena al tempo? 

Sai, quando io ero ragazzo intanto era completamente diverso, nella città c'era il traffico, c'erano i semafori, ce l'hai presente via de Rossi? Alla croce del travaglio c'erano i semafori e la gente camminava lì con le macchine che transitavano, ora non ricordo in che anno fu tolto ma forse negli anni '70. Era tutto completamente diverso, turismo c'era ma c'era solo nel periodo estivo, poi d'inverno era diversa la città. Di cambiamenti tanti, tanti, tanti, piazza del Campo ci facevano il mercato, poi avevano capito che era un oggetto da cambiare e rimasero 3-4 banchini di frutta e il mercato è stato spostato alla Lizza con grandi polemiche. La banca era il sogno proibito di tutta la mia generazione, perché io in fabbrica ci sono entrato nel '65, avevo vent'anni, uno stipendio era di 40 mila lire al mese e al Monte dei Paschi era di 160. Io di studiare avrei avuto la possibilità, non per i miei genitori perché mi potevano mantenere la scuola, ma mi è stata offerta questa possibilità di poterlo fare ma io dissi di no perché non ci volevo stare chiuso dentro un collegio. 

Il palio come l'hai vissuto? 

Non lo ho mai vissuto perché l'ho sempre trovato non interessante per me, cioè, una bella manifestazione che penso sia bellissima ma che dovrebbe durare 1-2-3 giorni , Invece qui si ripete tutto l'anno, non sono mai stato partecipe ecco, voglio dire non è che mi fa schifo anzi, mi piace ma ho sempre pensato che basterebbero 3-4 giorni di festa, questo è come lo ha vissuto io, ma so' un po’ anomalo, ma ce n'è tanti che pensano la stessa cosa, gli amici che ci ho io non ci va nessuno in contrada. 

Se posso chiedere, i tuoi genitori sono sempre stati a Vagliagli? 

Allora, i miei genitori, la mia mamma viene dalle Marche e il mio babbo viene dal Casentino, si sono conosciuti giovanissimi in Toscana, perché la mia nonna era di Porto Sant'Elpidio e la mia mamma è nata lì con le zie e fratelli, il mio nonno invece è nato a Ciuffenna nel Casentino, e poi la mia non è venuta dalle Marche con 7 figli 4 femmine e tre maschi, li ha allevati da sola in un borghettino chiamato Lornano vicino a Badesse. Il nonno da parte di mio babbo stava a Topina che sono molto vicini a Lornano. Si sono conosciuti, si sono sposati e hanno messo al mondo me e la mia sorella, le origini non sono proprio di Siena, mia mamma marchigiana e mio babbo aretino. 

E quando sono andati a Vagliagli? 

A Vagliagli io ci sono nato e ci sono andati un anno prima mi sembra, avevano una casa in affitto e pagavano 250 lire al mese quando io avevo cinque o sei anni. A Vagliagli c'era il postale che veniva con la strada a sterro. E mi ricordo che quando eravamo ragazzini quando arrivava il postale era una gran festa. 

Come sono stati quei 30 anni del negozio? 

Senti devo dire che è stato un lavoro che mi è piaciuto tanto e che lo ho fatto tanto volentieri, mi ha dato tanto perché erano tempi buoni, poi ero stanco e l'ho lasciato e non mi è dispiaciuto perché è stato un tempo lungo,bello e poi ho detto, chei devo fa, devo sta qui ancora? Tanto i soldi per campare, la pensione me la avevano già data, e me l'hanno data a 49 anni, perché avendo le marchette pagate dai 14 anni rientrai nella fascia di chi con 35 anni di contributi poteva andare in pensione, il governo Berlusconi bloccò il tutto per un anno e ha 50 anni ho avuto la pensione, quando ho avuto la pensione ha pensato che era meglio godersi la libertà che non il lavoro perché avevo lavorato parecchio. Poi una cosa importante è che Vagliagli mi ha dato una forza interiore della bellezza e di apprezzare tanto le cose belle. 

Hai fatto viaggi? 

Ho fatto tanti bei viaggi, per la gente che ho conosciuto, che ho avuto la fortuna di conoscere, sono stato bene, ho pensato che forse era meglio andarsene quando ero giovane, il tempo lo ho passato qui ma poi ho capito che forse da pensionati si stava meglio qui che non a Roma o a New York, almeno qui è tranquillo, però l’ho pensato quando ero giovane di andarmene ma poi non l'ho fatto e sono rimasto qui. 

Hai avuto delle belle amicizie? 

Ho avuto la fortuna di conoscere gente molto presto, magari tramite questa gente ho conosciuto molti amici tra cui anche americani che mi hanno invitato in America, quando ancora l'America per la mia generazione era quasi inarrivabile, poi ho conosciuto una mia amica svizzera che mi hai invitato in Svizzera, un amico di parigi sono andato a Parigi. Insomma è stato più facile tramite le conoscenze, ho imparato tanto, non sono stato lì a lesinarmi di andare a conoscere. Per la mia generazione non era tanto facile spostarsi, specialmente se si era giovani, io avendo conosciuto gente è stato più facile, andare a Londra ti costava meno se eri ospite, che non andare da solo, e anche questo mi è piaciuto tanto. 

Credi di aver passsato una bella vita? 

Ho avuto una grande fortuna, veramente una grande fortuna perché quando io sono andato a lavorare a Siena in questa mesticheria ho conosciuto una signora che si chiamava Giovanna [nome inventato per privacy] questa grande donna era incredibile dal punto di vista della bellezza che aveva interiore, erano i proprietari di una bella casa in campagna. Quando l'ho conosciuta dopo 2 anni la figlia Susan [nome inventato] è tornata da un viaggio all'estero di 6 anni in cui ha fatto la pittrice, un giorno è venuta da me alla mesticheria per comprare i colori, piano piano ci ho fatto amicizia e lei mi ha invitato a casa sua e praticamente in questa casa ci sono stato un'infinità di giorni, a dormire, a mangiare dove in questa superba casa, un posto incredibile, era dove viaggiavano i personaggi del mondo della cultura mondiale, io ero un piccolo ragazzino ignorante con questa amica che riusciva sempre a pararmi i colpi, se mi dicevano una cosa che andavo nel pallone lei lo capiva e mi aiutava. E c'è stata solo una grande e meravigliosa amicizia. Poi per delle ragioni banalissime, stupide ci siamo persi di vista. in questa casa ho imparato tutto quello che non avrei mai saputo nella vita se non grazie a questa meravigliosa Susan e tutti gli anni passati insieme a lei sono stati per me come un'altra scuola di vita immensa dove io povero ignorante ho avuto la fortuna di conoscere questa tramite il negozio perché comprava i colori, dove siamo stati grandi amici per tanti anni con una amicizia bella pura e disinteressata, e poi andata a carte 48 per una sciocchezza. E lì appunto è stata una scuola di vita per me anche grazie a lei che ho avuto contatti con altra gente che ho potuto conoscere gente bella nel senso vero della parola e quando io lavoravo in fabbrica il padrone della fabbrica mi disse che quando il proprietario (della casa) sarebbe morto lo avrei dovuto avvisare, e quando il proprietario morì io glielo dissi, per errore, e lui con altri due soci si fogarono come falchi su questa meravigliosa casa. Susan mi disse che voleva venderla e che quando fecero le trattative per comprarla chiese solo una cosa, di tenere bene gli affreschi che la mamma aveva dipinto in questa casa, e lui rispose “li ci piscio sopra”. Io che in quel momento ero da un'altra parte della casa, Susan corse da me e si aggrappò al mio collo e disse “sai, questa è una di quelle cose brutte della vita, che una cosa così bella va in mano a questi mascalzoni” e anche lì per me furono cose importanti, vedere questa cosa, e sapere che una bella casa come quella andava in mano a chi avevo contribuito a farla comprare, perché glielo avevo detto capito?