Angela Alvara Marconi

Nata a Santafiora in provincia di Grosseto nel 1948. Intervistata dalla nipote Rebecca Gorini nell'aprile del 2024.

Nonna allora spiegami un po’ come hai vissuto la tua infanzia dato che sono comunque anni abbastanza lontani dai nostri.

La mia infanzia è stata abbastanza dura. Io vivevo in una casa vicino ad un bosco, mi sentivo veramente felice di vivere lì perché ho sempre avuto la passione per la natura e soprattutto per i fiori. Ritornando al discorso dell’infanzia, è stata dura perché io avevo i genitori molto severi. Però comunque qualche soddisfazione ce l’avevo, anche piccola ma ce l’avevo; per esempio avevo una camera tutta per me nonostante avessi dei fratelli. Io ci stavo bene nella camera da sola soprattutto perché mi piaceva l’arredamento, avevo le pareti con i disegni della frutta e avevo tanti piccoli particolari che mi piacevano molto. Da una parte la mia infanzia però è stata bella, mentre da una parte non ho avuto la possibilità di divertirmi come tutti gli altri bambini proprio perché i miei genitori erano severi.

In che modo erano severi, cosa non ti facevano fare di quello che invece avresti voluto fare te?

Per esempio non mi facevano uscire molto spesso perché dovevo stare a casa a studiare, anche se a me non è mai piaciuto molto, infatti ho smesso scuola dopo le medie; o comunque dovevo stare a casa ad aiutare mia mamma. Loro infatti mi facevano uscire solo la domenica di giorno. Di solito la domenica con i miei amici andavamo al cinema. Il resto dei giorni invece dovevo stare a casa mentre tutti gli altri uscivano e andavano a divertirsi e per questa cosa sono stata molto male perché anche io volevo uscire.

Invece per quanto riguarda il tuo marito?

Ho conosciuto tuo nonno all’età di quindici anni e siamo stati insieme per otto anni. Dopo otto anni ci siamo sposati e subito l’anno dopo sono rimasta incinta del primo dei due figli. Il primo è un maschio di nome Simone e a distanza di due anni circa ho avuto un’altra figlia, Giuliana. Mio marito però dopo quindici anni dal matrimonio si ammalò di un tumore allo stomaco, con cui ha convissuto per nove mesi per poi purtroppo decedere.

Deve essere stata dura affrontare quest’ostacolo, se possiamo chiamarlo così. Come sei riuscita ad andare avanti soprattutto sola con due figli da crescere?

All’inizio non l’ho passata bene perché appunto mi ritrovavo sola ad accudire due figli, ma nonostante questo ho sempre lavorato per non fargli mancare niente anche perché non volevo che rimanessero indietro rispetto agli altri bambini, come invece ero stata lasciata io.

In merito alla tua famiglia, hai fratelli o sorelle?

Io avevo 4 fratelli maschi. Io però due non li ho potuti conoscere perché sono venuti a mancare nel 1946,quindi due anni prima della mia nascita. Loro si chiamavano Angelo e Alvaro, sono morti molto piccoli. Era finita da poco la seconda guerra mondiale e nel giardino di casa si trovarono un ordigno non scoppiato, ingenuamente loro lo presero ed iniziarono a giocarci, solo che poi scoppiò e loro purtroppo morirono sul colpo; con loro c’era anche un altro mio fratello di nome Vittorio, a lui però andò bene perché gli andò solo una scheggia in faccia e riuscirono quindi a salvarlo. Vittorio però morì all’età di 56 anni di ictus. L’unica fratello che è in vita si chiama Nino e vive a Santafiora con sua moglie Wanda e sua figlia Samantha.

Nonna ma i tuoi fratelli si chiamavano Alvaro ed Angelo e tu invece ti chiami Angela Alvara, i tuoi genitori hanno voluto darti questo nome proprio per ricordare loro?

Esatto, i miei genitori mi hanno chiamata così proprio per questo motivo. Anche se io ora come ora mi presento solo con il nome Angela, da piccola tutti mi chiamavano Varangela e tutt’ora anche le mie amiche d’infanzia mi chiamano così.

In merito alla tua vita c’è un momento bello che hai vissuto con gioia e che ti porti ancora nel cuore?

Sicuramente il momento più bello della mia vita è stato il mio matrimonio e la convivenza. Però se devo entrare nel dettaglio, il ricordo che mi porterò sempre nel cuore sarà un viaggio che abbiamo fatto io, tuo nonno, tuo zio e tua mamma in Austria; insieme anche ad altri amici. Questo viaggio è stato veramente bello perché mi ricordo ancora tutto nei dettagli dato che eravamo molto felici di farlo.

Va bene nonna abbiamo finito con l’intervista, ti ringrazio tanto per avermi aiutata.

Di niente pulcino